Un incontro sulla competitività dell’economia italiana e sulle profonde trasformazioni avvenute nel corso della crisi, a partire dalle analisi di campo e dalle ricerche. Questo è il tema del convegno organizzato da Met -Monitoraggio Economia e Territorio- intitolato ‘i motori della competitività italiana: l’evoluzione del sistema e le politiche’, in collaborazione con Forma Camera, azienda speciale della Camera di Commercio di Roma per la formazione. Tra i partecipanti -nella sala del tempio di Adriano- Lorenzo Tagliavanti, presidente camera di commercio di Roma; Raffaele Brancati, Met; Giorgio Alleva, presidente, ISTAT; Antonia Carparelli, rappresentanza in Italia, commissione europea; Domenico Arcuri, Amministratore Delegato, Invitalia Spa; Antonella Baldino, chief business officer, cassa depositi e prestiti Spa; Duilio Giammaria, autore e conduttore di “Petrolio”, Rai; Guido Fabiani, assessore sviluppo economico e attività produttive, regione Lazio; Claudio De Vincenti, ministro per la coesione territoriale e il mezzogiorno e il presidente di forma camera, Erino Colombi.
Sono state effettuate indagini campionarie MET (5 rilevazioni condotte tra il 2008 e il 2015), attraverso le quali sono state intervistate oltre 120 mila imprese dell’Industria e dei servizi alla produzione. La tavola rotonda intende sollecitare riflessioni sulla competitività dell’economia italiana.
Raffaele Brancati del Met, durante l’incontro ha spiegato che lo scopo delle indagini realizzate è stato quello di “interpretare una realtà, quella delle imprese. La lunga fase di declino che l’Italia ha avuto sulla competitività internazionale è iniziata dalla metà degli anni ‘90 fino a raggiungere il 2010. A partire dal 2010/2011 i segnali di cambiamento, sempre con riferimento alla competitività internazionale dell’industria italiana, si sono fatti sempre più evidenti, l’Italia era quasi 10 punti percentuali più avanti della Francia. Tra il 2010 e il 2016 l’andamento delle esportazioni italiane è stato positivo.
È aumentato il numero delle imprese che operano nei mercati internazionali, continua Brancati. Assumono un ruolo centrale per le prospettive di crescita del nostro sistema produttivo le imprese ‘in movimento’, cioè quelle che agiscono. Si tratta, in sostanza, di aziende che provano a realizzare percorsi di crescita anche in modo parziale e incompleto. Sono il corpo principale del sistema operativo. Erano molte nel 2008, 63,3% ma sono diminuite nel 2015, 52,7%. In questo quadro, intervenire con politiche di rafforzamento delle strategie di queste imprese ‘in movimento’ può portare a un vantaggio per l’intero sistema economico.
Concludo dicendo che bisogna apprendere le lezioni del passato, capire ciò che si è fatto e ciò che si potrà fare; rivedere le regole degli strumenti quali accesso al credito, selezione, agevolazioni ed erogazioni”.