“In un quadro economico internazionale positivo caratterizzato dal miglioramento del commercio internazionale, l’economia italiana mantiene un profilo espansivo”. Così l’Istat nella nota mensile, in cui sottolinea come “l’indicatore anticipatore”, spia di quel che avverrà, rimanga “stabile su livelli elevati confermando, per i prossimi mesi, il mantenimento di uno scenario macroeconomico favorevole”. La nota mensile dell’Istat, chiusa prima della diffusione dei risultati elettorali, scatta la fotografia su febbraio e da lì partono anche gli scenari futuri. Gli ultimi dati a cui il report si riferisce sono quindi quelli usciti venerdì scorso, relativi al Pil nel quarto trimestre del 2017. Ultimo scorcio dell’anno in cui “la crescita è stata sostenuta dall’intensificazione del processo di accumulazione del capitale mentre i consumi finali nazionali hanno segnato incrementi più contenuti”, ricorda l’Istituto di statistica. Intanto l’indice cosiddetto anticipatore, resta ai suoi massimi, attestando come vada avanti la fase espansiva dell’economia italiana nel breve periodo. Quanto alle prospettive per l’occupazione, “nei prossimi mesi si mantengono stabili”. E “l’inflazione è attesa evolversi su ritmi moderati”. A fine 2017 la produttività del lavoro, punto debole dell’economia italiana, si è risvegliata, con gli indici che hanno cambiato rotta puntando in alto. Rileva l’istituto di Statistica. “Secondo i dati trimestrali di contabilità nazionale, in presenza di aumenti moderati sia delle ore lavorate sia della unità di lavoro, nel quarto trimestre la produttività del lavoro è migliorata utilizzando entrambe le misure”, spiega. In altre parole il Pil è aumentato più dell’input di lavoro e ciò significa che ogni posizione e ora impiegata hanno ‘fruttato’ in maggior misura. Nel IV trimestre forte dinamismo industria ed export – “Nel quarto trimestre del 2017 la crescita è stata sostenuta dall’intensificazione del processo di accumulazione del capitale mentre i consumi finali nazionali hanno segnato incrementi più contenuti. Il settore manifatturiero e le esportazioni esprimono segnali di forte dinamismo”.
Il giorno dopo la diffusione dei risultati elettorali, Piazza Affari si è mossa nettamente al rialzo, facendo nettamente meglio di tutte le Borse europee e recuperando molto di più del modesto calo dello 0,4% della vigilia: l’indice Ftse Mib ha chiuso in aumento dell’1,75% a 22.202 punti, l’Ftse All share dell’1,76% a quota 24.412. Seduta di importanti acquisti per Tim dopo l’ingresso del fondo statunitense Elliott: il titolo, forte per tutta la giornata, è salito del 5,9% finale a 0,77 euro.
Ha corso anche Fca, che ha chiuso in aumento del 5,6% a 17 euro, dopo che Moody’s ha alzato il rating e che Marchionne dal Salone di Ginevra non ha chiuso le porte a investitori cinesi spiegando che Jeep diventerà il più grande brand del gruppo. Molto bene anche Salini Impregilo (+5,7%) e in recupero Mps (+4,2%) con tutte le banche in segno positivo (Fineco +4% dopo i conti). Rimbalza Mediaset (+3,6%), in leggero calo Eni (-0,5%), più pesante Luxottica (-1,7%) dopo l’acquisizione della giapponese Fukui Megane.