A febbraio, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic), al lordo dei tabacchi, registra una variazione nulla su base mensile e aumenta dello 0,5% su base annua (da +0,9% di gennaio). Lo rileva l’Istat ricordando che la stima preliminare era +0,6% e che la frenata si deve soprattutto ai prezzi dei cibi freschi, (-3,2% da +0,4% di gennaio), cui si aggiunge il rallentamento dei prezzi degli alimentari lavorati (+1,3% da +2,1%) e dei beni energetici regolamentati (+5,3% da +6,4%).
Il rallentamento non riguarda, infatti, l’inflazione di fondo che al netto degli energetici e degli alimentari freschi si attesta a +0,6% come a gennaio.(+1,6%). L’inflazione acquisita per il 2018 è pari a +0,4% per l’indice generale e nulla per la componente di fondo. Anche nell’intera Eurozona l’inflazione di febbraio è stata rivista al ribasso all’1,1% da 1,2% della stima flash di Eurostat. In questo modo il caro vita si è ulteriormente allontanato dagli obiettivi ufficiali della Bce, che punta ad una crescita media dei prezzi al consumo inferiore ma vicina al 2 per cento.
In un recente intervento il presidente della Bce, Mario Draghi ha espresso una crescente fiducia sulla convergenza dell’inflazione verso i valori obiettivo. “Ma dobbiamo ancora vedere prove convincenti del fatto che le dinamiche di inflazione si stiano muovendo nella giusta direzione. Quindi – ha affermato – la politica monetaria deve restare paziente, persistente e prudente”.