Si è parlato di turismo a Roma nel convegno organizzato da Confimprese Roma Area Metropolitana lo scorso 13 febbraio presso l’Università LUMSA di Roma, se ne è parlato con spirito costruttivo e propositivo pur partendo da una analisi dell’attuale scenario che non fa onore ad una capitale. Principale obiettivo degli organizzatori era essere al fianco dei pubblici esercizi che accettano la sfida di mettersi in gioco per rinnovare la cultura dell’accoglienza e riportare Roma in vetta alla classifica delle città più visitate al mondo. Si sono succeduti al tavolo dei relatori, moderati dal giornalista de Il Messaggero Mauro Evangelisti, vari esperti per trovare ricette per accompagnare la Città verso una nuova immagine internazionale. Cesare Pambianchi, presidente di Confimprese Roma Area Metropolitana, nel suo discorso di apertura dei lavori ha posto particolarmente l’accento sullo stato di “salute” di Roma, e su come la stessa sia percepita all’estero. Ed ancora ha proceduto a fare una elencazione delle opere incompiute della capitale con conseguente spreco per le casse pubbliche ed anche conseguenti ritardi nello sviluppo possibile della Città. <<Roma non ha problemi di flussi turistici>> con queste parole il Preside di Economia della Università degli Studi Internazionali di Roma ha aperto il suo intervento facendo poi una precisa disamina dei dati relativi al turismo nella capitale ed alla sua comparazione con altre capitali internazionali. Secondo i dati ISTAT nel 2017 la provincia ha registrato oltre 10 milioni di arrivi e circa 30 milioni di presenze, di cui il 67% provenienti da turisti stranieri, segmento nel quale la capitale ha assorbito nello stesso anno il 9% del turismo internazionale del nostro Paese. Questi dati hanno portato Roma a detenere il quarto posto tra le capitali europee, dopo Londra (che nello stesso anno ha fatto registrare circa 80 milioni di presenze), Parigi (48 milioni) e Berlino (31 milioni). Le reali questioni del turismo della Capitale riguardano la permanenza media e la spesa procapite. Con riferimento al primo aspetto, la permanenza media è risultata nel 2017 all’incirca pari a 3 giorni (2,89) con valori simili per turisti italiani e stranieri. Il dato è inferiore sia alla media nazionale (3,41) che al valore medio di un altro grande attratto italiano come Venezia (3,89). Nel confronto internazionale, Londra fa registrare una permanenza media doppia di Roma (5,8 notti), anche grazie ad un sistema museale estremamente avanzato, nel quale rientrano 5 dei 10 musei più visitati d’Europa (Roma è presente nella classifica dei musei con i soli Musei Vaticani, collocati al secondo posto dopo il Louvre). Nel dato sulla spesa complessiva, la Capitale si pone in controtendenza rispetto ai dati nazionali; su questi ultimi, come rilevato dalla Banca d’Italia nella sua indagine annuale sul turismo internazionale, negli ultimi anni si è registrato un trend positivo nella spesa dei turisti internazionali, passata dai 28 miliardi di euro del 2010 ai 39,2 miliardi del 2017. Nel caso di Roma, i dati forniti dal Global destination cities index di Mastercard evidenziano un trend in ribasso della spesa dei turisti internazionali, che è passata dai 5,31 miliardi di dollari del 2012 ai circa 4,5 milioni del 2017, dato che colloca Roma al 10° posto in Europa. La spesa media giornaliera è risultata pari a circa 155 dollari, a fronte dei 301 di Parigi. Questo dato evidenzia un ancora limitato potenziale di attrazione del turismo di fascia alta, nonostante la crescita del numero di hotel a 5*, passati dai 19 del 2003 ai 43 del 2017. Basti pensare che Parigi, che ha meno abitanti di Roma, ne ospita complessivamente 85 con un tasso di occupazione medio superiore al 70%. Anche i dati sulla composizione della spesa dovrebbero indurre qualche riflessione sulle opportunità offerte da Roma e sul profilo dei turisti internazionali. Sempre secondo i dati Mastercard, la quota di spesa dedicata allo shopping è pari solo al 15%, a fronte del 49% di Londra (in cui la spesa media giornaliera non è molto diversa da quella di Roma) e del 25% di Milano, che rappresenta in Italia la principale meta dello shopping turistico.
Al tavolo dei relatori anche rappresentanti della politica e delle Istituzioni con la presenza del senatore Gasparri, che ha rappresentato quanto si dovrebbe fare per Roma pur non negando le oggettive difficoltà ad amministrare una città così complessa e con problematiche che vanno avanti oramai da tanto tempo. Ed ancora l’intervento di Sabrina Alfonsi, Presidente del Municipio Roma 1, che nel portare a conoscenza dei presenti quanto la sua amministrazione ha posto in essere, ha dato la più ampia apertura ad attivare da subito con Confimprese un tavolo di confronto schietto e costruttivo per rilanciare il turismo in Città. Al convegno, così come nelle intenzioni degli organizzatori, hanno avuto modo di prendere la parola anche vari esponenti della imprenditorialità locale dei pubblici esercizi coinvolti a pieno titolo dal flusso turistico romano. Tema comune per questi interventi sono state le problematiche cui quotidianamente vanno incontro e la richiesta di aiuto per far tornare Roma in vetta alle classifiche delle mete turistiche più ambite. Il presidente di ConfimpreseItalia Guido D’Amico ha confermato al gruppo dirigente della Struttura romana il pieno appoggio del livello nazionale per le iniziative da mettere in campo, interessando i vari interlocutori di propria competenza. Nelle conclusioni affidate a Massimo Maria Amorosini, segretario generale di Confimprese Roma Area Metropolitana, è stata ribadita la volontà di valorizzare il territorio romano e tutte le attività a vario titolo legate al settore del turismo portando innovazione, formazione, ingegno, qualità e differenza. CONFIMPRESE, mettendo a disposizione la propria conoscenza e la propria esperienza, si pone dunque a disposizione delle imprese per aiutarle in questo percorso. Per intraprendere un percorso positivo deve essere chiaro cosa un’azienda possa offrire al mercato, esaltando le competenze, la storia e la qualità dell’offerta. <<Stop a campanilismi, cura dei propri “orticelli”, invidie e rivalità poco sane: è giunto il momento che ristorazione, accoglienza e cultura si uniscano per far funzionare a pieno motore il settore turistico che per Roma deve rappresentare una voce di spessore nell’economia cittadina.>> continua Amorosini. Con questo intento CONFIMPRESE ROMA AREA METROPOLITANA metterà a confronto i singoli comparti in modo che possano discutere, magari anche litigare, sullo stato dell’arte dei tre settori per rompere lo schema tutto italiano che li porta a viaggiare in autonomia e aprire una nuova era all’insegna di una rete di collaborazioni e obiettivi comuni. Se è vero che la politica, le leggi, le dinamiche economiche e il confronto sono importanti e spesso determinano l’andamento di un settore, è altrettanto vero che non si può fare a meno di ascoltare chi il settore lo vive sul campo tutti i giorni. Bisogna adottare un piano per valorizzare le presenze di aziende legate all’ospitalità, alla convivialità e ai servizi nel centro storico. Questo può diventare subito un modello per Roma che partendo dal concetto di “squadra”, sempre più fondamentale nel mercato del nuovo millennio, raggiunga i dovuti risultati. E’ importante ridisegnare la programmazione in materia di economia del turismo rimettendola al centro delle priorità delle istituzioni per creare una visione omogenea in tema di turismo e cultura. Bisogna agire su leve fondamentali come l’innovazione tecnologica e organizzativa, la valorizzazione delle competenze, la qualità dei servizi. Tali aspetti saranno integrati con la necessità di un utilizzo sostenibile e durevole del patrimonio ambientale e culturale. Altro aspetto molto importante è legato al bisogno di formazione, di riqualificazione, di aggiornamento e di innovazione. In quest’ottica Confimprese si sta muovendo per mettere in campo percorsi di formazione mirati e qualificati. Ogni corsista avrà diritto ad uno stage presso imprese associate, potendo così perfezionare ed assimilare quando imparato durante il percorso formativo. Perfetta sintonia nelle dichiarazioni finali di Pambianchi e Amorosini che, pur consci che si tratti di una sfida impegnativa ed ambiziosa, lanciano al termine dei lavori la loro idea per il turismo a Roma. Ampliare le conoscenze per far si che ci sia innovazione nella proposta dei servizi e dei prodotti e per creare non solo occupazione, ma consapevolezza e qualità.
Massimo Maria Ambrosini