S&P taglia le stime di crescita globali

 

L’impatto della minore crescita russa è il fattore più determinante, seguito dai prezzi dell’energia e dai cambiamenti in termini di dati e politiche. L’Europa è la regione più colpita dal conflitto. La crescita dell’Eurozona scende dell’1,2% quest’anno (a 3,2%), a causa dalla sua esposizione alla Russia e dalle importazioni di energia molto più costose, e la crescita per il 2023-2024 è in gran parte invariata. Gli Stati Uniti vedono un calo della crescita dello 0,7% al 3,2% quest’anno. L’impatto del rallentamento della crescita russa è lieve. Gli sviluppi politici e i prezzi dell’energia spingono la crescita al ribasso. L’inflazione sale al 6% quest’anno. La maggior parte dell’Asia-Pacific e dei mercati emergenti al di fuori dell’Europa orientale mostrano solo modesti cambiamenti in termini di crescita e inflazione. Le gravi sanzioni internazionali spingeranno l’economia in una profonda recessione, si legge. La previsione rivista è che il Pil reale diminuisca del 6,2% quest’anno, con rischi decisamente al ribasso. Anche supponendo che le sanzioni risparmieranno le esportazioni di materie prime della Russia, S&P si attende che il volume complessivo delle esportazioni diminuisca quest’anno. Flussi di capitale su larga scala hanno portato a un brusco calo del rublo, spingendo la banca centrale ad aumentare i tassi d’interesse al 20% e a introdurre controlli sui capitali. La ripercussione dell’ampio deprezzamento della valuta sui prezzi interni alimenterà l’inflazione, che S&P prevede sarà in media del 13,5% quest’anno. Gli investimenti sono destinati a diminuire bruscamente a causa di uno shock della fiducia, un significativo irrigidimento delle condizioni di finanziamento e l’incertezza sulla domanda futura. Anche se una risposta fiscale probabilmente compenserà alcune di queste tendenze, il calo complessivo della domanda interna sarà considerevole.

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